Scheda programma d'esame
TEORIA E STORIA DEI SISTEMI FILOSOFICI (S)
ALFONSO IACONO
Anno accademico2021/22
CdSFILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Codice275MM
CFU6
PeriodoPrimo semestre
LinguaItaliano

ModuliSettore/iTipoOreDocente/i
TEORIA E STORIA DEI SISTEMI FILOSOFICI (S)M-FIL/06SEMINARI36
ALFONSO IACONO unimap
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Programma (contenuti dell'insegnamento)

PROF. ALFONSO MAURIZIO IACONO

CORSO DI TEORIA E STORIA DEI SISTEMI FILOSOFICI

a.a. 2021/2022 I semestre

PROFONDITA’ E DISTANZA TRA MODERNO E POSMODERNO

 

La profondità attraverso la distanza.

Daniel Bell, negli anni ’70 del secolo scorso, aveva avvertito che nella Modernità si era verificato ciò che egli chiamava “crisi della distanza”. Di cosa si tratta? Bell analizza il Modernism, i cui connotati assomigliano a dire il vero più a ciò che si tende a definire  Postmoderno e rientrano nell’analisi di quella che egli chiama società postindustriale, vista in chiave neoconservatrice. Bell fa emergere nella sua analisi, che sarà ripresa indirettamente dal marxista Fredric Jameson nel suo libro Postmodernismo, ciò che egli chiama “Eclisse della distanza”, una caratteristica che mette in crisi uno dei caposaldi della Modernità, l’idea cioè che la profondità debba essere associata alla distanza. Le conseguenze teoriche, culturali e politiche di una simile relazione saranno messe in evidenza da Fredric Jameson e in una chiave ben diversa e di certo non apocalittica né conservatrice e tuttavia entrambi evidenziano questo mutamento di percezione del mondo.

Concepire la profondità attraverso la distanza è ciò che fecero gli inventori della prospettiva lineare, i quali organizzarono matematicamente l’illusione della terza dimensione rappresentata su un piano bidimensionale. Essi, con l’aiuto della geometria, realizzarono in modo altamente definito ciò che aborriva Platone, il quale temeva che quella illusione portasse a far confondere la copia con l’originale, anzi, peggio ancora, la copia (il tavolo) con la copia della copia (il tavolo dipinto) e che invece era ciò che esaltava Plinio il Vecchio quando narrò di Zeusi e di Parrasio.

Ma non si tratta solo di questo. Il problema infatti è: perché la terza dimensione ha assunto i tratti della profondità concepita come distanza? Platone, come detto, diffidava di una relazione siffatta. Nel libro X della Repubblica critica la skiagraphìa, la scrittura delle ombre, il gioco del trompe-l’oeil, proprio perché l’inganno dell’imitazione che si confonde con la cosa imitata è dato dalla distanza associata alla profondità. Per Platone, il rapporto tra profondità e distanza comporta, visivamente, l’allontanamento dalla verità. Un tavolo dipinto, collocato a distanza, sullo sfondo può ingannare l’occhio dell’osservatore il quale scambia un tavolo dipinto per un tavolo materialmente costruito dal falegname.

Eppure, ciò che per Platone era un inganno, per i teorici moderni della prospettiva si mostrava come la realizzazione dell’oggettività dell’oggetto contrapposto alla soggettività del soggetto osservatore. La matematica garantiva la verità di questo rapporto tra soggetto e oggetto, mentre la finestra, in quanto supporto e dispositivo, permetteva di inquadrare e di focalizzare quella verità. La scoperta della prospettiva lineare faceva sì che, grazie alla finestra albertiana e al potere epistemologico e gnoseologico della sua cornice, la terza dimensione, basata sul legame tra profondità e distanza e rappresentata attraverso leggi matematiche su un piano, l’illusione fosse separata dall’inganno e restituita alla verità. Un osservatore non veniva ingannato perché era consapevole del miracolo realistico dell’illusione e la verità della rappresentazione era legata all’oggettività della cosa rappresentata, perché nel rapporto tra soggetto e oggetto, basato sulla frontalità e sulla contrapposizione, era la matematica ad assicurare la forma di quella oggettività.

Come ha notato Panofsky, la scoperta moderna della prospettiva comporta:

  1. La contrapposizione tra oggettivo e soggettivo;
  2. La collocazione dell’oggetto a una certa distanza;
  3. Le regole matematiche che danno l’oggettività dell’oggetto, come la simmetria e la proporzione;
  4. La frontalità.

 

Quando Merleau-Ponty ebbe a osservare che in fondo il mondo non è di fronte a noi, ma intorno a noi, il mito epistemologico della corrispondenza tra soggetto e oggetto aveva già cominciato a sgretolarsi, ma non a scomparire, perché il dimenticare l’intorno è ancora un fenomeno che accompagna lo spettatore nel suo problematico rapporto con il dispositivo-finestra e con la sua cornice. Scrive Albrecht Dürer nel suo Nachlass."Item prospectiva ist einlateinisch wort, pedewt ein durchsehung (...Prospettiva è una parola latina, significa vedere attraverso)". In realtà prospectivanon ha che fare con il vedere attraverso, che traduce perspicere ma con il  guardare davanti, di fronte. Nel termine perspectiva, nel vedere attraverso emerge il problema della finestra in quanto dispositivo che determina un modo di percepire il mondo; ma il termine prospectiva,  guardare davanti presuppone la frontalità.

Nell’errore di traduzione di Dürer, nell'ambiguità di un involontario fraintendimento tra il vedere attraverso, che riflette l'ideale di una conoscenza dove l'osservatore e il mondo esterno sono separati da una finestra e il guardare davanti che ci ricorda come la profondità offerta dalla prospettiva pittorica delimitata da una cornice, sia un'illusione costruita su una superficie piatta, in un certo senso si riassume la questione moderna del rapporto/separazione soggetto-oggetto e della frontalità dal Rinascimento allo smartphone. E’ proprio la cornice che ci avverte dell’universo di senso che sta dentro la finestra ed è la perdita di tale avvertenza che si propone come problema nei differenti dispositivi-finestra dal quadro, al teatro, al cinema fino al tablet e allo smartphone.

La finestra come dispositivo metaforico e materiale ha permeato le forme della rappresentazione e della conoscenza dalla cultura egiziana a quella biblica, dal mondo greco al mondo latino, ma è con il Rinascimento che essa ha assunto tutti i connotati che caratterizzano la modernità con il mito della corrispondenza tra soggetto e oggetto, tra io e mondo.

TESTI DI RIFERIMENTO

 

  1. Bell, The Cultural Contradictions of Capitalism
  2. Cassirer, Individuo e cosmo nel Rinascimento
  3. Ceserani, Raccontare il postmoderno
  4. Jameson, Il postmoderno o la logica culturale del capitalismo
  5. Merleau-Ponty, L’occhio e lo spirito
  6. Panofsky, La prospettiva come forma simbolica
  7. Platone, Repubblica

 

Bibliografia e materiale didattico

 

TEORIA E STORIA DEI SISTEMI FILOSOFICI

A.A. 2021/2022

TESTI PER L’ESAME

 

  1. COLORO CHE HANNO TENUTO IL SEMINARIO: UN TESTO A SCELTA TRA QUELLI IN ELENCO.
  2. COLORO CHE HANNO FREQUENTATO SENZA AVERE TENUTO IL SEMINARIO: DUE TESTI A SCELTA TRA QUELLI IN ELENCO.
  3. COLORO CHE NON HANNO FREQUENTATO: TRE TESTI A SCELTA TRA QUELLI IN ELENCO.

 

  1. Arnheim, Arte e percezione visiva

 

  1. Bell, The Cultural Contradictions of Capitalism

 

  1. Benjamin, Parigi capitale del XIX secolo

 

  1. Cassirer, Individuo e cosmo nel Rinascimento

 

  1. Cassirer, Eidos e eidolon

 

  1. Ceserani, Raccontare il postmoderno

 

  1. Deleuze, Differenza e ripetizione

 

 

  1. Heidegger, L’epoca dell’immagine del mondo, in Sentieri interrotti

 

  1. Heidegger, L’essenza della verità, in Segnavia

 

  1. Husserl, La crisi delle scienze europee

 

  1. Jameson, Postmodernismo

 

  1. Marx, Il capitale, Libro I

 

  1. Merleau-Ponty, Il visibile e l’invisibile

 

  1. Merleau-Ponty, L’occhio e lo spirito

 

  1. Panofsky, La prospettiva come forma simbolica

 

  1. Panofsky, Idea

 

  1. Wittgenstein, Note sul ‘Ramo d’oro’ di Frazer

 

 

 

 

Note

IL CORSO AVRA' INZIO GIOVEDI' 30 SETTEMBRE 2021 ALLE ORE 12 AULA PAO E1

Ultimo aggiornamento 09/12/2021 09:34